Il Premio Ciampi L’altrarte è il riconoscimento ad autori che pur provenendo da percorsi diversi condividono, in piena sintonia con Piero Ciampi, una versatilità che si traduce in attitudine al libero sconfinamento tra generi artistici. Dopo oltre un ventennio di attività, il Premio L’altrarte si è andato arricchendo di prestigiose partecipazioni (da Letizia Battaglia a Gianluigi Toccafondo da Maria Lai a GIPI, a Professor Bad Trip solo per citarne alcuni), capaci oggi di tracciare una significativa ed aperta prospettiva “ciampiana” dell’arte visiva. Quest’anno, per la prima volta il Premio verrà assegnato postumo. La scelta di un riconoscimento a Kevin Coyne, scomparso nel 2004, nasce dal desiderio di considerare non solo il suo grande talento di cantante e compositore internazionale ma il suo essere stato un artista totale, riuscendo con straordinaria sensibilità ad esprimersi a grandi livelli nella scrittura e soprattutto nella grafica e nella pittura con uno stile riconoscibile, accostabile all’outsider art, alla pop art ed al linguaggio dei fumetti e capace di rappresentare sequenze di quadri di vita intrisi di umorismo nero. Kevin Coyne è stato un musicista, cantante, compositore, regista, scrittore e pittore inglese, noto per l’intensa qualità della sua voce e per il modo audace in cui tratta, nei suoi testi, l’ingiustizia nei confronti dei malati di mente. Prima di diventare un musicista rock, Coyne ha studiato grafica e pittura al Derby College of Art nella sua città natale, una città industriale nelle Midlands inglesi. Kevin ha poi lavorato, tra il 1965 e il 1968, come assistente sociale in psichiatria. Lavorare con tossicodipendenti e malati di mente lo ha ispirato a scrivere canzoni come Asylum, Mad Boy e Where’s My Pants. Molti musicisti influenti si sono dichiarati fan di Coyne, tra questi Sting e John Lydon. A metà degli anni ’70, prima della formazione dei Police, la band di Coyne comprendeva il chitarrista Andy Summers. Il famoso disc jockey della BBC e autorità della musica mondiale Andy Kershaw ha descritto Coyne come “un tesoro nazionale che continua a migliorare” e come “una delle più grandi voci blues britanniche”. Nel corso degli anni Coyne ha prodotto opere d’arte distintive per molte delle copertine dei suoi album, ma il suo trasferimento in Germania, negli anni ’80, ha visto fiorire il suo lavoro su dipinti a grandezza naturale. Dopo la morte di Jim Morrison a Coyne venne offerto di sostituirlo come cantante dei Doors, ma rifiutò perché, come ebbe a dichiarare “non gli piacevano i pantaloni di pelle”.
Il premio sarà consegnato, nel corso del concertone in programma il 16 dicembre presso il Teatro Goldoni di Livorno (inizio ore 20.30) al figlio di Kevin, Robert Coyne anche lui cantautore che eseguirà due brani del padre.
Nell’occasione sarà anche presentato il libro “Elvis the fat old hero”, edito da Valigie Rosse (con la traduzione di Alessio Casalini), contenente una serie di racconti di Kevin Coyne , tutti legati dal filo rosso di Elvis, in cui la figura mitica del Re del rock si barcamena fra vuoti umani e glorie divine, circondato da personaggi bizzarri, surreali, buffi e inquietanti. Ma anzi no, non è esattamente così: primo, perché le storie contenute nel manoscritto che sono state ritrovate sono trenta (e non cinquanta come indicava il sottotitolo originale) e, in secondo luogo, perché i protagonisti di questi racconti in realtà siamo forse tutti noi che, come piccoli Elvis, quotidianamente ci esibiamo sul palcoscenico folle del mondo, muovendoci al ritmo dei nostri cortocircuiti e dei nostri bagliori, sempre in attesa di un applauso o magari soltanto di un abbraccio.